LUCA
ZEVI
MEIS
FERRARA
Il progetto prevede l’inserimento del MEIS all’interno di una rete di “corridoi” di verde attrezzato che collegano l’area della Darsena con il centro storico. Scavalcate le mura urbane, due di questi corridoi “infilano” le fasce verdi di rispetto laterali all’area di concorso, trasformandole in canali di accesso ciclo-pedonale privilegiato al cuore antico della città. Questi canali vanno a “premere” in più punti sul perimetro murario di recinzione del museo, aprendovi diverse brecce, fisiche o anche soltanto visive, e trasformando il complesso museale in cerniera fisica e culturale fra gli ambiti posti all’interno e all’esterno della cinta muraria.
Veicolo privilegiato di tale trasformazione fisica sono le lettere dell’alfabeto ebraico, che sfondano in più punti il perimetro dell’ex-carcere, divenendo cifra caratteristica del disegno e dell’arredo tanto degli spazi urbani limitrofi, quanto delle corti interne del complesso dell’ex-carcere, quanto infine del museo stesso, completamente ricoperto da una sorta di “rotolo”, chiamato a fungere da elemento di integrazione fra gli elementi edilizi eterogenei che lo compongono.
Questo rotolo, dopo aver integrato i diversi manufatti che compongono il complesso, penetra all’interno a dar vita a un percorso di visita caratterizzato da un sistema di rampe completamente prive di barriere architettoniche, che consente l’accesso alle diverse sezioni – esposizione permanente, esposizioni temporanee, museo dei bambini –, ai servizi – biblioteca, archivio, didattica, ristorante, bar, sala polivalente, caffetteria – e agli ambienti destinati alla documentazione della storia e della realtà del carcere senza salire un solo gradino o servirsi dell’ascensore.