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VILLA BLANC
ROMA

Restauro e reintegrazione del fronte su via Nomentana…
Il fronte della villa su via Nomentana, frutto del brutale allargamento della strada, diviene un racconto artistico della menomazione subita dal giardino e dall’edificio A negli anni ’60: la linea di
confine rimane trasparente, e dunque aperta al rapporto con la città, e il prospetto dell’edificio A - di cui è prevista la riapertura delle sole finestre al primo livello - reca una narrazione pittorica della menomazione subita a causa dello sventramento, riproponendo proprio il momento della
ferita – lo squarcio dell’edificio - prima dell’erezione dell’attuale muro di tamponamento; e, sempre sulla linea della riproposizione creativa di quanto è stato distrutto, proprio sul marciapiede e sulla superficie carrabile della corsia laterale della via Nomentana saranno rievocati - in maniera non necessariamente letterale – la fascia di giardino e la porzione dell’edificio A travolte dal “taglio” stradale.
… di quello su piazza Winkelman
Alla luce della destinazione a parco pubblico dell’ampia fascia posteriore di giardino rivolta verso est e posta alla quota stradale di via Lanciani, si propone la riconnessione fra l’area-giochi che occupa lo spazio centrale di piazza Winkelman - per la verità oggi non particolarmente edificante - e la villa stessa, eliminando il traffico veicolare lungo il lato della piazza che attualmente separa le due aree, ad eccezione delle auto dirette al parcheggio sottostante. Anche il nuovo parcheggio previsto sull’area pubblica offerta dalla LUISS potrebbe essere sotterraneo, avvalendosi magari
dello stesso ingresso di quello già sottostante piazza Winkelman.
… e dell’agonizzante villino E
Sul villino E, fortemente diruto, viene operatoun restauro conservativo delle parti superstiti,
ovvero un’ampia porzione del prospetto est e un piccolo brano del prospetto sud. Nell’affrontare
nvece la reintegrazione dell’edificio, si opta per una riproposizione “in secondo piano”
dell’alternanza fra vuoti e pieni che caratterizzava il “ritmo” del manufatto all’origine,
sovrapponendovi poi un sistema di bucature strettamente legato alle funzioni previste e
chiaramente ascrivibile al nostro tempo.

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